Zaniolo: "La verità verrà fuori. Potrei parlare per ore di promesse non mantenute"

26 Marzo 2023
- di
Viola Meacci
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Nicolò Zaniolo a terra ancora con maglia della Roma nella sfida con il Feyenoord
Tempo di lettura: 4 minuti

ZANIOLO ROMA FEYENOORD INTERVISTA - Nicolò Zaniolo è volato in Turchia dopo un mese passato tra pochi alti e molti bassi con la Roma, in particolar modo nel rapporto con tifosi e società. A qualche mese di distanza e in vista della rinnovata sfida tra Roma e Feyenoord, l’ex giallorosso ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport. 

Il ricordo di Zaniolo su Roma Feyenoord 

"Facile. Alla Roma che lo ha pescato in Coppa. E a me torna in mente quella che probabilmente è stata la notte più bella della mia vita calcistica finora, insieme a quella contro il Porto, in cui segnai una doppietta in Champions, e all’esordio in Nazionale. Proprio per aver segnato la rete decisiva in finale contro gli olandesi mi fa sentire la Conference tanto mia. Se poi penso alla festa al Circo Massimo e ai tifosi, mi vengono ancora i brividi, ma non voglio fermarmi qui. 

Se la Roma batterà di nuovo il Feyenoord? Sicuro. Ha una squadra fortissima. Può vincere l’Europa League e arrivare fra le prime quattro".

Zaniolo e il Galatasaray 

"Benissimo. È una città che vive di calcio, eppure i tifosi sono sempre gentili e rispettosi, anche quando ti chiedono video e selfie. Lo stadio, poi, è incredibile. Mai giocato in uno più caloroso, è almeno pari all’Olimpico. Quando ho segnato il mio primo gol mi sembrava di volare. 

Obiettivi? Vincere lo scudetto, la Coppa di Turchia e qualificarsi in Champions League. Vogliamo tutto. Il Fenerbahce mi offriva di più ma il Gala mi aveva contattato prima e io avevo già dato la mia parola".

Sul terremoto

"Le dico solo che è stata una cosa devastante. Ci sono ancora persone che devono dormire in macchina perché non hanno più una casa. In un certo senso ho scoperto che anche il calcio li aiuta a rasserenarli. Qui il tifo è davvero una fede".

Sulla scelta di giocare in Turchia

"Sbagliato. Siamo un grande gruppo con un ottimo allenatore, Okan Buruk, che per mia fortuna parla anche italiano. Questo Galatasaray in Italia sarebbe in zona Europa perché ha tanti giocatori davvero forti. Le dico solo che Icardi, che è uno dei miei partner in attacco, resta sempre uno dei migliori centravanti che ci sono in circolazione.

No, avevo bisogno di rimettermi in gioco. Così ho parlato con Sergio Oliveira, che era con me alla Roma, e mi ha detto che l’ambiente è bello e il campionato competitivo. Poi ho chiamato il c.t. Mancini e anche lui mi ha consigliato di andare, dicendo che sarei stato bene. E aveva ragione".

Le possibilità di tornare il Nanzionale 

"Perché sono stato fermo per tre mesi e ho bisogno di lavorare. Ho parlato con Salsano, il vice del c.t., che mi ha detto di stare tranquillo, che sono seguito e quando starò bene le cose verranno automaticamente. Io alle finali di Nations League vorrei esserci. Alla Nazionale tengo tanto, non c’è niente di più bello che rappresentare l’Italia.

Potrei segnare di più? Lo so. Per questo sto facendo tanti allenamenti specifici per diventare più cattivo sotto porta".

Zaniolo di nuovo in Serie A

"Il futuro non lo conosce nessuno. È ovvio che non posso garantire che resterò in Turchia cinque anni, ma finché sarò qui darò sempre il massimo".

Sul derby Lazio Roma

"Certo, e mi ha dato una strana sensazione. All’inizio è stato difficile guardarlo dal di fuori, perché so quanto vale in città. Per questo speravo finisse in una maniera diversa.

Ma quelle sono cose di calcio, ci stanno. Non ho mai avuto problemi fuori dal campo. Anzi, ho diversi amici laziali".

Zaniolo e la definizione di essere un traditore per i romanisti

"È una cosa che mi è dispiaciuta tantissimo. Roma mi ha dato tutto, grazie alla Roma ho vinto e ho esordito in Nazionale, mio figlio è nato lì. Essere definito in quel modo è stata una brutta batosta".

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I suoi errori

"La verità verrà fuori. Le dico solo che mi sono sempre allenato, anche se non con gli altri. La maglia strappata a Genoa? È stato solo un gesto di stizza, non di disprezzo. È come se avessi dato un pugno sull’erba. Non voleva essere una mancanza di rispetto".

Il mancato rinnovo

"Potrei parlare ore di promesse non mantenute. Mi dicevano che ero una punta di diamante, invece sono sempre stato considerato solo una plusvalenza. Per due anni mi è stato detto che il nuovo contratto era pronto. A gennaio dell’anno scorso avrei firmato a poco più di quello che guadagnavo, perché a Roma stavo bene e sapevo che c’erano problemi col Financial Fair Play. Dopo tante chiacchiere mi sono stufato. Se io devo riflettere sul mio addio, penso che debbano farlo anche altri".

Sui retroscena di mercato

"In realtà non c’erano solo Bournemouth e Galatasaray, ma per non avere accettato gli inglesi sono stato messo fuori e i tifosi se la sono presa con me. Alcuni mi hanno inseguito con la macchina, altri sono venuti sotto casa. Io e la mia famiglia ci siamo spaventati anche perché ci siamo sentiti soli. Era gente arrabbiata, con cui non si poteva parlare. In quei giorni ho spento anche il cellulare perché arrivavano pure brutti messaggi".

Su gli ex compagni della Roma

"Sono rimasto deluso da quasi tutti. Non faccio nomi, ma dicevano che eravamo come fratelli e poi non mi hanno neppure salutato. Non credo. Forse qualcuno può avere delle difficoltà con me, io non ne ho. Chi ha la coscienza sporca lo sa".

Il rapporto con Mourinho? 

"È una grandissimo allenatore e una grandissima persona. Mi ha fatto giocare quasi sempre. Certo, lui è abituato a gestire i fuoriclasse e io non lo ero. Mi sarebbe piaciuto averlo fra quattro o cinque anni, però mi ha dato tanto lo stesso".

Sul figlio

"Ma no, le cose si rimettono a posto. Dove c’è odio c’è anche amore. Si parla sempre di calcio, no?

Mio figlio romanista? Certo. Io la Roma la guardo sempre. Il passato non si dimentica con un trasferimento".

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