Benatia: “I dirigenti fecero capire che volevo andare via io. Hanno venduto per fare cassa, invece di costruire una squadra per vincere"

20 Maggio 2022
- Di
Redazione
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Tempo di lettura: 3 minuti

BENATIA ROMA INTERVISTA - Medhi Benatia, ex difensore della Roma, è stato raggiunto dai microfoni di Retesport. Ecco le sue parole:

Il ricordo di Benatia degli anni alla Roma

"Mi è rimasto soprattutto l'amore che abbiamo creato nello spogliatoio e l'affetto del pubblico. Arrivai in un momento difficile, c'erano contestazioni del pubblico, mi chiesi dove fossi arrivato. C'era un clima particolare, si era persa la finale con la Lazio. Partimmo subito forte, mi ricordo che molti si chiedevano se potessi sostituire Marquinhos, non fu facile inserirmi, ma ero venuto con l'idea chiara, dovevo riportare la Roma al suo posto. Era quello che promisi a Sabatini quando lo incontrai: 'non mi interessa chi va via o rimane' - gli dissi - 'in tre anni ho portato l'Udinese in Europa, ti garantisco che farò parte di una Roma che tornerà in Champions'. A lui è piaciuto tanto questo discorso e iniziammo alla grande. 10 vittorie, poi abbiamo avuto un calo e la Juventus fece più di 100 punti, ma fu una stagione straordinaria. A Roma è il posto dove mi trovavo meglio, comprai una casa a novembre e volevo rimanere. I dirigenti dell'epoca fecero capire che volevo andare via io e mi dispiace perché molti tifosi hanno creduto loro. Hanno sempre venduto tutti per fare cassa, invece di costruire una squadra per vincere"

L’addio di Benatia alla Roma 

"A dicembre del primo anno a Roma potevo andare allo United, avrei guadagnato 4 volte di più di quanto guadagnavo qui, ma rifiutai. Avevo un patto con Sabatini per riportare la Roma in Champions, poi a fine stagione avremmo deciso, ma dissi loro che avrei fatto quello che serviva per il bene della Roma qualora avessero avuto necessità. Ma ribadisco: io non volevo lasciare la Roma. Voglio bene a Sabatini, è una grande persona, ma a fine stagione mi presentarono un'offerta di rinnovo che non era quella che mi aspettavo. Il City mi voleva ma rifiutai a giugno, perché a gennaio la Roma mi aveva promesso il rinnovo che però non arrivò. Quando tornai capii che mi volevano vendere, ma non ho mai chiesto i soldi che poi mi avrebbe dato il Bayern. Chiesi uno stipendio per sentirmi importante dentro lo spogliatoio, ma non cifre folli. Passai per str***o ma non lo accetterò mai, perché fu la società ad avere queste necessità. I tifosi devono sapere la verità e se ne sono resi conto dopo. Sabatini è uno dei migliori in Italia, assieme a Massara ha fatto un lavoro straordinario. Sono persone speciali, guardate ora Massara e Maldini al Milan. Non era ovviamente colpa loro, ma della proprietà. Un presidente della Roma che veniva due volte l'anno, ma come si fa? In una piazza come Roma? La Roma dovrebbe lottare per vincere la Champions ogni anno con la tifoseria che ha. Al Bayern hanno squadra e società top, ma non c'è la passione della tifoseria giallorossa".

La Roma dei tempi di Benatia in Serie A oggi

"Ditemelo voi con gente come me, Castan, De Rossi, Totti, Maicon, Salah, oppure Nainggolan, Marquinhos... Avremmo vinto la Champions, altro che campionato. La Juventus ha vinto perché ha costruito un ciclo con tanti giocatori importanti. Non può essere colpa degli allenatori. Non si possono vendere i giocatori continuamente"

Su Mourinho

"E' un fenomeno, merita di vincere, spero che lo faccia a Roma come ha sempre fatto. Ma in futuro dovranno fargli una squadra più forte. Il direttore Lombardo è una grande persona, farà molto bene alla Roma, l'ho conosciuto alla Juve. Tiago Pinto è molto in gamba, faranno bene, la Roma oggi è in mano a grandi persone, oggi c'è una società seria, che farà le cose per bene. La squadra sarà rinforzata, con Mourinho la Roma è sulla strada giusta per cercare di vincere dei titoli, perché la gente merita di vincere. La Roma è entrata nel cuore di Mourinho, lo avete visto: ha lavorato dappertutto, ma si è emozionato. Lo conoscevo già perché veniva spesso in Qatar per BeinSport, mi cercò anche quando giocavo, gli ho sempre detto che lavorare con lui sarebbe stato il massimo. È una persona di spessore, di quelle che non ci sono più nel calcio. L'ho visto molto rilassato e l'ho trovato carico"

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