Mourinho: " Tirana resta nella storia. Siviglia squadra forte. Dybala quasi sicuramente non giocherà la finale"

25 Maggio 2023
- Di
Redazione
Josè Mourinho a Trigoria durante il Media Day della UEFA.
Tempo di lettura: 4 minuti

SIVIGLIA ROMA MOURINHO CONFERENZA - L'allenatore della Roma Josè Mourinho ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport e la conferenza stampa per parlare della prossima partita contro il Siviglia, prossima avversaria in finale di Europa League.

Siviglia - Roma, le parole di Mourinho

Josè Mourinho a Sky Sport

Il mister esordisce così:

"Tirana di un anno fa è storia, è lì. Fatto e finito, è memoria per tanti. Speriamo che tra tanti anni i bambini possano ricordarla coi figli. Questa è una gara che vogliamo giocare, ce la giocheremo mercoledì", ha detto l'allenatore della Roma.

Un pensiero sul Siviglia

"Una squadra che vince sempre l'Europa League, che viene dalla Champions. E' una squadra forte però abbiamo una partita da giocare, abbiamo le nostre qualità e i nostri problemi che sempre cerchiamo di nascondere".

Riguardo le certezze della squadra

"La certezza è che saremo lì e non andremo in vacanza. Lo stadio è bello, non ci andremo in vacanza".

Sulle condizioni di Spinazzola, Pellegrini e Dybala

"Lorenzo è recuperabile, non ci sarà a Firenze perché ha un piccolo problema non preoccupante ma utilizzarlo sabato sarebbe un rischio. Da domenica inizierà ad allenarsi normalmente con noi. Da Paulo non mi aspetto nulla: se potrà andare in panchina e potrà darci un piccolo aiuto come col Feyenoord già sarà qualcosa di positivo. Spinazzola è in dubbio, spero di recuperarlo: non per sabato ma per la finale. Se Leo lunedì/martedì dà segnali positivi spero di averlo".

Riguardo una possibile doppietta di coppe

"Per il momento non c'è doppietta, c'è una Conference che abbiamo vinto e una finale che dobbiamo giocare. Non mi piace parlare di doppietta perché non c'è: quello che dico è che mi piace il lavoro svolto qui dal primo giorno. Non è la rosa più forte con cui ho lavorato a livello di qualità e quantità, ma a livello umano è una squadra tra le top nella mia carriera".

Josè Mourinho in conferenza stampa

Riguardo se il mister è l'artefice del percorso europeo della Roma

"No, se loro ringraziano me, io ringrazio loro. Nicola è più emozionale, due anni fa giocava in Primavera e in una stagione ha giocato una finale e un Mondiale. Per lui è una crescita importante".

Riguardo l'aspetto più difficile da preparare prima di una finale

"La partita di sabato è l'aspetto più complicato. Devo lasciare fuori giocatori che non posso rischiare perché hanno qualche piccolo problema. Andare solo con una squadra di bambini è un rischio esagerato e non è nemmeno positivo. La Fiorentina è una squadra che ha 25 giocatori dello stesso livello. La situazione ideale sarebbe non giocarla, preparare già da oggi la finale. La cosa più facile è che vogliamo tanto giocare questa finale. Quando domenica arriveremo qui, sarà facile avere gente motiva e felice".

Riguardo il futuro dopo l'eventuale vincita della finale

"Il mio unico focus è la finale. Un pochino la preparazione della Fiorentina, ma di più la finale. Tutto è secondario poi quando si gioca una finale. Non c'è motivo per ottimismo, non c'è motivo per il pessimismo. Vogliamo solo giocare la finale. Abbiamo fatto tanto per stare in questa finale che vogliamo giocare. Sarà facilissimo prepararla. Non voglio sapere di classifica, di Champions. Mi interessa solo la finale. Spero e mi fido che romanisti e tifosi del Siviglia possano fare un bel giorno lì a Budapest".

Sull'affetto per i tifosi

"Spero che le mie parole non vengano interpretate male, ma l'unico club per cui non sento un legame stretto è il Tottenham. In tutti gli altri c'è sempre stato questo legame forte tra noi, questo perché la gente non è stupida. Non è una questione di vincere o non vincere, do tutto. Il tifoso percepisce che ogni giorno lavoro e lotto per loro. Nel mio caso sono romanista, madridista, interista perché è una cosa reciproca. Sarò per sempre legato alla Roma, così come lo sono a tutti gli altri club che ho allenato". 

Se è cambiato il comportamento

"Sono diventato un allenatore e una persona migliore, ma il DNA è lo stesso. Voglio solo il piacere di giocare questa finale, ricordando il percorso fatto. L'allenatore migliora con il passare del tempo, il calciatore invece andando avanti non risponde alle necessità del corpo. Le mie motivazioni continuano a crescere".

Un pensiero sull'arbitraggio

"È un bel discorso però preferisco non rispondere". 

Riguardo le condizioni di Dybala

"Non è che sta nascosto ad allenarsi. Purtroppo non è così. Penso che non ci sarà a Budapest, però ho la speranza che una panchina la possa fare, pensando che sia l'ultima gara della stagione. Poi abbiamo lo Spezia, ma pensando a Paulo sarà la sua ultima partita. Se Paulo può stare in panchina e mi può dare 15-20' del suo sforzo, io sarò contento. La verità è quella che hai visto: c'era un gruppo in campo, un gruppo con Spinazzola e Karsdorp che hanno fatto individuale e Paulo no. Abbiamo provato, quando tu pensi a una finale, pensi alla preparazione alla finale. Ho pensato che potesse giocare qualche minuto a Bologna, un tempo contro la Salernitana, a Leverkusen la partita è andata nella direzione in cui Dybala non seriva, pensavamo che questo poteva aiutare. Sabato non sarà convocato, come Pellegrini, ma se Pellegrini giocherà sicuro, Dybala non può giocare, mentre era imporatante giocasse qualche minuto". 

Se la vincita dell'Europa League può essere considerata la più grande impresa

"Non mi piace parlare prima, mi piace giocare tanto, è un peccato che non si possa giocare una finale ogni settimana, però non sto pensando a me stesso. Sto pensando ai giocatori e ai tifosi. Mi piacerebbe tanto aiutare i giocatori a prendere questa gioia, così come ai tifosi. Questa è la mia direzione. Parlare poco, ripetere quello che non mi stanco di ripetere: vogliamo giocare, vogliamo giocare e giocare. Mercoledì saremo lì". 

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